Giugno 2001;
La scuola era ormai terminata, le giornate regalavano ancora quiete, quella quiete che preannuncia giornate cocenti, troppo cocenti per rimanere in casa. Presto saremmo andati al mare per tutta l’estate e, come tutti gli anni, avrei ripreso con la preparazione di insalate di riso, panini, frutta, bibite, crema protettiva, feste di compleanno, serate in campagna con carne e verdure alla griglia e quegli odori, quei sapori… tutto perfetto, tutto organizzato, tutto esattamente uguale agli anni precedenti.
In attesa dei parenti tornati dalle primissime ferie, i bambini scalpitavano fremendo per i regali che avrebbero ricevuto… una macchina fotografica al maschietto ed una scatola di creatività alla femminuccia. Lei guarda la scatola, poi guarda me e dice: “Mamma? Ma che cos’è?” – “è una scatola magica! Questa è paraffina, questi sono i colori, questi gli stampini e… possiamo fare delle candele colorate” – “Ah!” – “Facciamo così, ora la conserviamo e a Settembre la mettiam fuori e facciamo le candele”… dalla curiosità alla delusione di mia figlia passarono cinque secondi ma non per me, la curiosità nacque e rimase lì in standby.
Standby, come tutto dentro me, quella voglia di fare… sì, ma cosa? Quando? Come? Ormai non scrivevo più e leggevo sempre più di rado; dovevo trovare qualcosa che mi permettesse di lavorare e stare con i miei cuccioli; dipingere! Sì, inizierò a dipingere! Arrivò Settembre, la scuola ormai era ricominciata e con lei i compiti, i panini, le merende, i succhi e le minestre e lava, stendi, stira e pulisci la cucina e… Un momento! Ma io nell’armadio ho quella scatola per far le candele.
Mentre i bambini completavano i compiti ed io avevo completato il mio da fare, presi la scatola e andai in cucinino: “Dunque! Pentolino… fornello… il resto è tutto qui… ok!”. Seguii le istruzioni alla lettera e mentre mescolavo, guardavo quella polvere bianca come la neve assumere un colore rossastro sino a divenire bordeaux una volta sciolta completamente. Poi preparai il giallo e poi il nero. Verso la prima colata di paraffina nello stampino conico con lo stoppino già posizionato ed attendo un pò, poi la seconda e dopo un pò la terza. Ora dovevo solo aspettare… Mah! Tre ore son passate ora posso vedere il risultato.
La sfilavo piano piano per paura si rompesse ed invece venne fuori da sè cadendo dritta sul palmo della mia mano… era la “Candela Vulcano” (così diceva la scatola), lucida da sembrare quasi laccata, dai colori vivi, perfetta, liscia… era una meraviglia! La osservavo cercando di capire come potesse essere, nonostante l’avessi fatta io e nonostante doveva venir fuori esattamente così. Tenendola ancora sul palmo della mano la mostrai ai bambini che furono rapiti da quell’oggetto giusto il tempo di dire “Ma si può accendere?” e mentre la fiammella bruciava su quel corpo per me animato, un’altra fiammella bruciava ma, in me! Fu amore a prima vista. Di lì a tre mesi ci fu la mia prima esposizione fatta nel salotto di casa invitando i miei condomini. Altre esposizioni e mostre e mercatini son seguiti, in varie città, ma anche tanti intoppi di vita, tanti problemi, vari lavori, battaglie di vario genere ma alla fine… son qui a raccontarlo, a raccontare di un amore nato e che ancora è vivo in me.
Che siano racchiusi in canzoni, poesie, colori, movimenti, legno, vetro, ceramica… Non abbandonate mai i vostri sogni, loro non abbandoneranno mai voi e se non trovate quell’angolo in cui viverli o imprimerli, raccontatemeli e io li realizzerò in una candela.
Io sono Angela e sono lieta di presentarvi le mie Angel’s Candles.